Dal 6 al 18 ottobre si è svolta la rassegna di pittura e scultura "Geneticamentemodificato", il significativo excursus critico sulla ritrattistica contemporanea, che pone la questione della dignità della persona nella società della massificazione tecnologica.
Questa seconda edizione ha preso spunto dall'importante convegno coordinato dal senatore Stefano De Lillo, "PRIMUM VIVERE l'agenda bioetica del governo", svoltosi nella sala Zuccari del Senato a palazzo Giustiniani e articolato in due tavole rotonde che hanno visto la partecipazione di illustri esponenti del governo e dell'opposizione.
La forte evocazione mitica della rappresentazione surreale di Renato Bisso investe le forme icastiche di figure simboliche, plastiche personificazioni di verità oltremondane, che si riverberano sul lustro volto specchiato della contemplazione angelica, nella levigata armonia di gesti potentemente allegorici, sostenuti dalla forte padronanza di un'attitudine monumentale.
Su sagome sottili di identità sfuggenti, perimetri combusti di coscienze affastellate di impronte massmediatiche, proliferano i relitti di componenti elettronici di Beatrice De Laurentiis, che inserisce sulla pelle friabile di polistirolo, i fossili moderni di una civiltà ipertecnologica che ha penetrato e corrotto il territorio intimo dell'individuo, lo spazio interiore più profondo che è la sede della persona.
Gli audaci metamorfismi iperrealisti con cui Adolfo Magnelli evidenzia un rovesciamento dei canoni etici contemporanei, producono lo shock di una aberrazione visiva che sovverte il paradigma logico della conoscenza per immagini e rimanda ad una intuizione intrinseca del senso ultimo dell'organo corporeo.
La nuda forza ferrigna dell'elemento preistorico forgiato da una geometrica intenzione compositiva, che estrae dalla fucina della modernità il gusto seriale delle corrispondenze formali, si esalta in Filippo Quochi nella ripetizione di sintentiche miniature monolitiche, noccioli puri di peso assoluto.
Filigrane in disfacimento come assorbite dal magnetismo di un vuoto pneumatico, sfilano nelle intricate interpolazioni di Massimiliano Rovini, che induce alla levitazione metafisica gli oggetti eterogenei della propria sperimentazione multidisciplinare, generando un'originale commistione dialettica di linguaggi visivi.
Un sentimento fresco ed antico, intriso di spontanea adesione alla fertile fioritura selvaggia della Natura incontaminata, restituisce in Manuela Perruccio il lussureggiante ritmo avvolgente dell'abbraccio panico che si trasmette dalle piante alle membra, percorse dallo stesso misterioso e veemente impulso vitale.
L'accentuata focalizzazione di una flora stilizzata, catalogata nella tassonomia essenziale delle varietà cromatiche, conduce Marilena Lacchinelli alla rarefazione della sostanza mimetica che si trasmuta in composto nitore di segni astratti, in cui trapela, mondata di ogni edulcorazione manierista, la scaturigine emotiva dell'ispirazione originaria.